di Antonio Amorosi – “C’è stata una manipolazione su questo virus”. “Hanno aggiunto delle sequenze dell’HIV”. “E’ un lavoro di professionisti, di biologi molecolari, è un lavoro da orologiai”. Il premio Nobel 2008, il professore francese Luc Montagnier, conferito per i lavori sul virus dell’HIV come causa dell’epidemia dell’Aids, sostiene che il Coronavirus sarebbe un virus manipolato. Anche se il professore non sa chi potrebbe aver fatto l’intervento.
Montagnier è uno scienziato di fama mondiale che intervistato dal canale televisivo francese CNews racconta le sue ricerche. Avrebbe analizzato la descrizione del genoma del virus, una catena di Rna e trovato delle piccole sequenze di virus istallate nella sequenza più grande di HIV, sequenze molto piccole. Poi racconta che un gruppo di ricercatori indiani aveva trovato la stessa prova, ma il loro lavoro è stato annullato. Montagnier parla anche delle pressioni enormi che vi sarebbero sul sistema della scienza di settore. Il problema sarebbe la libertà di poter lavorare su queste sequenze.
Montagnier: “E’ stato prodotto da un laboratorio. E’ quello che si chiama un ricombinante, forse prodotto da un laboratorio cinese o da altri laboratori”, spiega alla tv e afferma: “queste sequenze sono corte e alcuni dicono che sono troppo corte e si tratta di una casualità. Ma questi segmenti portano informazioni genetiche, contrariamente a coloro che dicono che è il caso. No, non è così. C’è una pressione enorme affinché tutto quello che all’origine del virus sia nascosto”.
L’esposizione del premio Nobel non ha convinto però alcuni scienziati italiani. Tra i più critici Enrico Bucci, attualmente Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia e collaboratore de quotidiano Il Foglio. Per Bucci il discorso di Montagnier sarebbe insussistente.
Diverse considerazione vengono messe in discussione. Ma soprattutto il riferimento ai ricercatori indiani. “Montagnier ha dato a intendere che ci fosse qualcosa di losco ma in realtà il manoscritto è stato pubblicamente demolito, prima di essere ritirato, in maniera assolutamente trasparente. Fra le tante pecche che ne hanno causato l’eliminazione, qui basterà mettere in evidenza quella dimostrata dal prof. Burgio: le parti del genoma del virus che sarebbero state, secondo gli autori, identiche a quelle di HIV (e dunque la prova della manipolazione, perché in natura l’ibrido non può prodursi), sono in realtà dei brevissimi tratti del genoma del Coronavirus, che questo condivide non solo con Hiv, ma con centinaia di altre specie, da ognuno dei regni del vivente. Sarebbe come se il lettore, dal fatto che ho impiegato la parola ‘specie’ in questo testo, la quale è presente anche in un famoso libro di Darwin, stabilisse che l’articolo che sta leggendo in questo momento porta le tracce dell’azione di Darwin stesso. In realtà, la parola è troppo corta ed è contenuta in tantissimi testi, perché possa essere prova di alcunché; e questo vale ugualmente per le cortissime sequenze comuni di ‘lettere’ del codice genetico comuni al Coronavirus e a Hiv, ma anche a tantissimi altri organismi. Se il lettore volesse verificare quanto ho scritto, non ha che da processare i dati di sequenza opportunamente, usando software gratuiti disponibili in rete, per rendersene conto da solo”.
Giorni fa sono arrivate critiche anche da Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive presso l’ISS, secondo cui dietro le parole di Montagnier non ci sarebbero evidenze scientifiche.
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