venerdì 13 novembre 2020

Zuckerberg: “Elezioni oneste, Biden ha vinto”


Zuckerberg: “Elezioni oneste, Biden ha vinto”
Il censore dei censori a capo della più grande associazione mafiosa esistente,che per conto dei vari governi toglie parola a tutti ha avuto il coraggio di dire che Biden ha vinto.
Secondo questo boss mafioso da quattro soldi,forte del consenso che servi governanti al servizio dei soliti noti gli hanno dato “Eʼ importante che la gente abbia fiducia che le elezioni sono state fondamentalmente oneste e questo vale anche per le decine di milioni di persone che hanno votato per Trump”, ha osservato Zucherberg
Già queste sue parole denotano il tentativo di legittimare i brogli di Biden,non dimenticando il ruolo di fb nel censurare tutto e tutti quelli che la pensavano diversamente dal pensiero imposto,Trump compreso a cui è stato sottoposto a ogni tipo di censura.
Alfredo d’Ecclesia

Il piano dei Democratici: una pandemia per battere Donald Trump


La domanda cruciale che continua a tormentare gli osservatori politici è: “Come ha fatto a vincere Joe Biden, 77 anni, con una campagna elettorale così striminzita e anemica, in quella che è stata descritta come l’elezione più significativa nella storia degli Stati Uniti?” Facciamoci coraggio e cerchiamo di sbirciare nel cervello di questo genio politico che è stato, non si sa come, in grado di battere il più grande maestro di scacchi 5D dei nostri tempi, Donald J. Trump.




Mentre, prima del 3 novembre, il Repubblicano in carica volava senza sosta da un raduno all’altro, in tutto il paese, Biden aveva preferito starsene rintanato nel suo seminterrato, uscendo ogni tanto per mangiarsi un gelato o per farsi fotografare in qualche aeroporto, dove salutava folle immaginarie su piazzali deserti. A giudicare da un comportamento così scialbo, sembrava quasi che Biden sapesse di non avere nulla di cui preoccuparsi. E forse era veramente così.

Abbiate fede nella pandemia

L’unico fattore di rilievo che ha distinto la stagione elettorale 2020 da quelle del passato è stato, nel gennaio di quest’anno, lo scoppio dell’epidemia di coronavirus. Questo non vuol dire, ovviamente, che Biden sia un genio così malvagio da aver ordinato ad un flagello biblico di visitare l’America proprio al momento giusto. Dopotutto, solo un sociopatico o magari uno sviluppatore di software miliardario senza laurea in medicina potrebbe fantasticare sugli sviluppi di una pandemia. Eppure, rimane dubbio il fatto che alcuni individui, in particolare i loschi consulenti elettorali e i venditori di mascherine chirurgiche, non siano riusciti a vedere il vantaggio a breve termine del Covid-19, al momento del suo sbarco sul continente americano. Per citare il moderno Democratico e machiavellico, Rahm Emanuel, non si deve “mai lasciare che una buona crisi vada sprecata.” Va detto che i Democratici hanno fatto veramente tesoro di questa pandemia.

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TWEET: https://twitter.com/paulsperry_/status/1324208581168779264

“Buffo come la CNN abbia improvvisamente smesso di battere la grancassa “COVID-COVID-COVID!”,  non è vero? Hanno persino abbassato il numero delle vittime. Non siamo forse ancora nel mezzo di una presunta emergenza sanitaria nazionale, CNN? Non ti interessa più, CNN? Che branco di ipocriti.”

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Bloccare tutto

Quando il coronavirus aveva iniziato a dilagare in tutto l’entroterra, i Democratici, così come i Repubblicani, avevano iniziato ad introdurre misure severe, per evitare che anche una sola persona venisse infettata dal virus. Pochi leader politici, dopotutto, volevano essere accusati di “aver ucciso le nonnine.” Ma, mentre gli stati repubblicani, dopo qualche tempo, avevano cominciato ad allentare le restrizioni, dando alla gente un po’ di respiro, quelli democratici avevano raddoppiato i blocchi. Mettendo la camicia di forza alle attività economiche, avevano condannato migliaia di aziende ad una morte lenta e dolorosa, vietando o riducendo severamente qualsiasi attività sociale, inclusi matrimoni, funerali, partecipazioni scolastiche e servizi religiosi. Con un cinismo mozzafiato, tuttavia, erano state fatte eccezioni per le “proteste pacifiche” di Black Lives Matter, che avevano la singolare caratteristica di dare il colpo di grazia finale alle imprese già agonizzanti.

Ecco come il Wall Street Journal descrive il massacro: “Quasi due terzi delle attività connesse al tempo libero e al settore alberghiero a New York e nel New Jersey e circa la metà in California e Illinois sono scomparse tra febbraio e aprile, rispetto al 43% della Florida, uno degli ultimi stati ad imporre il lockdown e il primo ad abolirlo. Il governatore [repubblicano] della Florida, Ron DeSantis, ha inoltre fornito esenzioni alle imprese a basso rischio, inclusi appaltatori, produttori e alcuni rivenditori. In Florida, solo il 4% dei lavoratori edili ha perso il lavoro, rispetto al 41% di New York, al 27% del New Jersey, al 17% della California e all’11% dell’Illinois.”

Nel frattempo, New York, New Jersey, Pennsylvania e Michigan, le principali roccaforti democratiche, inspiegabilmente ordinavano alle case di riposo di riammettere gli anziani infetti dal COVID-19. Il 25 marzo 2020, lo stato di New York aveva ordinato: “A nessun residente sarà negata la riammissione o l’ammissione [ad un centro per anziani] esclusivamente sulla base di una diagnosi confermata o sospetta di COVID-19.”

Una decisione molto strana, soprattutto perchè non c’era mai stata una carenza di posti letto ospedalieri, anche al culmine dei casi di Covid. La cosa era diventata evidente a marzo, quando Trump aveva inviato a New York City la nave ospedale della marina USNS Comfort, come parte della risposta governativa alla pandemia in corso. Invece di rimandare i malati e gli anziani nelle case di riposo, il governatore di New York, Cuomo, aveva ora la possibilità di permettere a queste persone di guarire a bordo di questa nave, dove non avrebbero corso il rischio di contagiare centinaia di vulnerabili anziani. Invece, ad aprile, Cuomo aveva comunicato a Trump che la nave ospedale non era più necessaria.

Allora, chi si è preso il cazziatone quando i tassi di mortalità da Covid negli Stati Uniti avevano iniziato a salire, sopratutto a causa della mortalità fra la popolazione anziana? Non i governatori Cuomo, Murphy, Whitmer e Wolf, questo è certo.

Decisioni omicide a parte, le misure proposte dagli stati democratici hanno avuto, e continuano ad avere, l’effetto “negativo” di distruggere gran parte della ripresa economica realizzata durante i quattro anni di regno dell’odioso “Uomo Arancione,” ostacolando seriamente le sue possibilità di rielezione.

Nessun errore con il voto postale?

Ma il regalo più grosso che il Covid avrebbe potuto fare al Partito Democratico è stata la scusa per poter votare per corrispondenza, e giusto in tempo per lo scontro Trump-Biden. È qui che la campagna Biden ha ritenuto indispensabile avere i media mainstream e Big Tech saldamente dalla propria parte. Le principali piattaforme di social media, Twitter e Facebook, si sono assunte la responsabilità (che, è importante sottolineare, ai sensi della Sezione 230 del Communications Act, non era stata assolutamente assegnata a loro) di censurare qualsiasi persona, compreso il Presidente degli Stati Uniti, che osasse suggerire che il voto per corrispondenza era pieno di insidie e di trappole. Anche la Casa Bianca aveva fornito numerosi esempi.

È stata solo una coincidenza che l’esatto scenario previsto da Trump, frodi generalizzate collegate alle schede elettorali inviate per posta, alla fine si sia realmente verificato? La notte delle elezioni, Trump stava godendo di un discreto vantaggio negli stati critici di Georgia, Carolina del Nord, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Poi è successo qualcosa mai capitato prima nella storia delle elezioni americane: quegli stati avevano improvvisamente smesso di contare i voti, dicendo che avrebbero continuato il giorno successivo. E cos’era successo nel frattempo? Niente di buono, sembra. Innanzitutto, ci sono state diverse segnalazioni di voti fatti arrivare ai seggi elettorali nel cuore della notte.

In un caso particolare, Connie Johnson, una osservatrice elettorale di Detroit, Michigan, ha scritto sul suo account personale di Facebook di aver scoperto che oltre 130.000 schede erano arrivate nel seggio elettorale della sua città, dove si effettuavano i conteggi, alle 4 del mattino. Secondo la Johnson, ognuna di quelle schede era a favore di Joe Biden, una evidente impossibilità statistica. Inoltre, agli osservatori repubblicani era stato negato l’accesso alla stanza dei conteggi perché, come era stato detto loro, era stata raggiunta la “capacità massima” consentita all’interno della sala. Ancora una volta, la colpa era del Covid.

Dall’altra parte del paese, a Filadelfia, l’avvocato personale di Trump, Rudy Guliani, ha tenuto una conferenza stampa, nel corso della quale diversi osservatori elettorali hanno rivelato di non aver avuto il permesso di verificare le schede arrivate per corrispondenza. Secondo Giuliani, uno scenario simile si è verificato in tutti gli stati contesi.

Al di là di questi possibili brogli, è ovvio che Joe Biden deve aver avuto il pieno sostegno dei media mainstream e di Big Tech per poter realizzare la più grande rapina elettorale del secolo. Naturalmente c’è riuscito, perchè i media non solo si sono rifiutati di considerare la possibilità che un sistema di voto per corrispondenza a livello nazionale avrebbe potuto far rassomigliare gli Stati Uniti ad una Repubblica delle Banane, ma lo hanno immediatamente acclamato presidente, anche prima di qualunque dichiarazione ufficiale.

Un giorno, in futuro, nell’ipotesi che Biden venga ammesso allo Studio Ovale, sospetto che ascolteremo le stesse fiacche confessioni pubbliche da parte dei soliti scribacchini, mentre si domandano, nell’etere e sulla stampa (proprio come avevano fatto nel disastroso periodo seguito alla guerra in Iraq), come avessero potuto non farsi ulteriori domande, non solo sul discutibile stato mentale di Biden, ma [sopratutto] sull’uso delle schede per corrispondenza nelle elezioni presidenziali statunitensi più importanti di tutti i tempi.

Robert Bridge

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2020/11/09/how-democrats-weaponized-pandemic-to-beat-donald-trump/
09.11.2020
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=9065


 

giovedì 5 novembre 2020

Il male impersona sempre la bontà

 













Il brillante film dei fratelli Coen del 2009, A Serious Man , ha mostrato la bancarotta del giudaismo come religione. (Vedi la mia recensione di seguito.) 

Fino ad ora, non ho capito l'intrigante  favola yiddish all'inizio del film. 


Un Dybbuk è  uno spirito malevolo di una persona deceduta che vaga per il mondo diffondendo il male. Nella favola, (guarda il video) un affabile Dybbuk convince il marito che non è lo spirito malevolo di un uomo morto e che le voci sulla sua morte erano premature.

Ma la moglie vigile non si lascia ingannare e intraprende un'azione decisiva. Pugnala Dybbuk al cuore. Anzi, non sanguina perché è già morto. 

Il male impersona sempre la bontà. Pensa a tutti i nostri leader politici. Pensa a Fauci e Bill Gates. Fingono di avere a cuore i nostri migliori interessi quando in realtà sono satanisti, traditori e gangster.

È significativo che questa parabola yiddish non sia tratta dal folklore ebraico. È così difficile trovare qualcosa di genuinamente morale nel folklore ebraico? I fratelli Coen l'hanno scritto come un importante promemoria che il male deve essere smascherato e bandito dal corpo politico attraverso un'azione coraggiosa. Questo video di 7 minuti e mezzo lascerà un'impressione duratura.

-----REVISIONE-----

La parabola è anche una metafora del giudaismo stesso,  un culto satanico  definito dalla cabala (satanismo)  mascherato da religione ; la morte insegue il mondo. La Cabala contamina e alla fine distrugge chiunque tocchi, ebreo e non ebreo. Prima il satanismo ha infettato gli ebrei, poi il mondo attraverso la massoneria (cabalismo ebraico). Abbiamo permesso loro di entrare nella nostra casa, nell'economia e nel corpo politico, e di conseguenza siamo  posseduti satanicamente  e affrontiamo una terribile punizione biblica .

Aggiornato dal 30 dicembre 2017

di Henry Makow PhD 


Hollywood è stata accusata
 di ritrarre il cristianesimo con un occhio ittero mentre addolorava ebrei ed ebraismo. Oppure presenta gli ebrei come non ebrei .

Infine, c'è un film che presenta gli ebrei in modo realistico. "A Serious Man",  degli scrittori-registi premio Oscar Joel ed Ethan Coen, fa satira su molti tipi ebrei e suggerisce che il giudaismo sia una frode.

Se questo inizia una tendenza verso un autoesame onesto, c'è ancora speranza per le persone auto-elette.

Ambientato a Minneapolis nel 1967, "A Serious Man"è un omaggio all'educazione ebraica dei fratelli Coen. Il protagonista è l'insegnante di fisica Larry Gopnik, interpretato dall'attore di teatro Michael Stuhlbarg che, come il lavoro biblico, è afflitto da una moltitudine di difficoltà.

serio.jpg"Non ho fatto niente di male", protesta quando Judith, la moglie imbronciata, annuncia che lo lascerà per Sy Ableman (nella foto insieme, a sinistra). Larry è un "uomo serio" - laborioso, etico e responsabile . Perché Dio lo mette alla prova?

Larry si rivolge a un'amica, Mimi per compassione. "Non è sempre facile decifrare ciò che Dio sta cercando di dirti", dice. "Siamo ebrei, abbiamo quel pozzo di tradizione a cui attingere, per aiutare a capire. Quando siamo perplessi, abbiamo tutte le storie che sono state tramandate da persone a persone".

In effetti, quel pozzo è asciutto. Gopnik visita i rabbini che raccontano storie estranee al suo dilemma. Uno gli dice di trovare "Ha Shem" (Dio, il "nome") ovunque, anche nel parcheggio. Un altro racconta la storia di un dentista che trovò lettere ebraiche sui denti di un gentile. "Cosa significa questa storia?" Dice Gopnik. "Non lo so", risponde il rabbino.

Infine, Gopnik chiede un'udienza con il venerato rabbino anziano Marshak. "È impegnato", dice a Larry la sua corazzata di una segretaria. "Non sembra occupato", dice Larry.

"Sta pensando", lo rassicura la segretaria.

Dopo il suo Bar Mitzvah, il figlio di Gopnik, Danny, ottiene un pubblico con il leggendario Marshak.

Infine, il grande rabbino apre la bocca e cita la canzone dei Jefferson Airplane "Somebody to Love". (1967)

Quando la verità si scopre essere bugie
e tutte le gioie dentro di te muoiono
non vuoi qualcuno da amare
non hai bisogno di qualcuno da amare
non ameresti qualcuno da amare
è meglio che trovi qualcuno da amare


Divertente? Sì, ma anche vero. Questo è diventato il credo del nostro tempo. Gli ebrei erano in prima linea nel sostituire il romanticismo e il sesso alla religione. Forse è nato dall'alienazione dalla loro "religione".

Confronta con Paul Simon, "Kathy's Song",




L'unica verità che conosco sei tu.



UNA CONVERSAZIONE EBRAICA

Joseph Sobran ha detto che lavorare per la National Review per 21 anni è stato come ascoltare una conversazione tra ebrei. Questa osservazione non si applica solo al discorso politico. Gli ebrei, spesso ebrei Illuminati, sovrintendono al discorso culturale in generale. Sistemano gli occhiali a cavalcioni del nostro naso e decidono chi governerà .

In "A Serious Man"  siamo al corrente di una conversazione che gli ebrei stanno avendo su se stessi . Infine, stiamo assistendo a qualche onesta autocritica. Come critico di Village Voice , Ella Taylor ha scritto, " A Serious Manè affollato di ebrei grassi, ebrei aggressivi, ebrei passivi-aggressivi, ebrei traditori, ebrei perdenti, ebrei imbroglioni, ebrei emo, ebrei che bevono il loro brodo di pollo e, passando per saggi, un gruppo di denti gialli rabbini che non sanno nulla. "

coeh-bros.jpegIn effetti, i fratelli Coen hanno fatto per gli ebrei quello che Fellini ha fatto per gli italiani. Non credo che sia intesa la malizia, ma piuttosto un riconoscimento dei limiti ebraici nello stile, nella cultura e nella religione, cioè il campanilismo opprimente, conformità, ricerca di status e osservanza priva di significato.

Il film espone anche l'apparente disprezzo che gli ebrei nutrono per i non ebrei, i "goy". I vicini gentili americani di Gopnik sono cacciatori che tornano a casa con una carcassa di cervo insanguinata legata al tetto. C'è una scena rivelatrice in cui Gopnik viene affrontato a casa dal padre di uno studente sudcoreano che ha fallito. Il vicino gentile viene in difesa di Gopnik. Ma Gopnik rifiuta il suo sostegno e preferisce litigare con il nuovo immigrato.

Questo film è l'odio di sé ebraico? Non credo proprio. Gli ebrei riconoscono la satira onesta e la trovano rinfrescante. Mi sono seduto accanto a una coppia ebrea di mezza età che scoppiò a ridere. In definitiva, gli ebrei sono le prime vittime della loro stessa cultura. Sono stati privati ​​dei benefici ringiovanenti di un'autentica autocritica.

"A Serious Man"è un grande miglioramento rispetto agli ultimi due film di Coen. "No Country for Old Men" e "Burn After Reading" erano cupi, violenti e nichilisti. È fantastico vedere questi talentuosi registi esaminare una realtà riconoscibile.

Non so perché le persone abbiano così tanti problemi con il concetto di "Dio". È sinonimo dei nostri ideali spirituali: verità assoluta, bontà, giustizia, pace, bellezza e amore. Non abbiamo altra scelta che credere e agire nel Suo nome.

gopnick.jpegSì, le cose brutte accadono a brave persone come Larry Gopnik. Ma non è colpa di Dio. Di solito è colpa nostra, di altre persone senza Dio o di un incidente della natura. Per correttezza verso Dio, alle persone cattive accadono cose più brutte.

La diffamazione generale di Dio e della religione ha più a che fare con la cospirazione degli Illuminati che con qualsiasi altra cosa.

fonte https://www.henrymakow.com/coen_brothers_scathing_portray.html?_ga=2.78814612.1415379089.1604574693-1551294935.1604574693

lunedì 2 novembre 2020

Le opzioni di Hillary e Nancy: guerra civile, o golpe militare ---- ELEZIONI USA, CINA (Deep State) O RUSSIA (Donald Trump ---- Globalisti verso multilateral-sovranisti)?

 



Fake news fake

Da noi imperversano, tipo bombardamento di Dresda, le fake news. Le rivediamo finalizzate a seminare terrore e assembramenti in ospedali e pronti soccorsi, tramite fake contagiati e fake decessi da fake Covid (fake=falso). Decessi autentici, invece, da intubazioni, ventilazioni, ovviamente in assenza coatta di parenti, e cure salvavita negate agli oncologici, diabetici, infartuati e depressi. E tutti, convinti che i governanti governino per noi, i medici medichino per noi e i media ci diano notizie vere, abboccano e si adeguano. Negli USA, operando gli stessi mandanti ed eseguendo gli stessi sicari, la differenza la fa un presidente il quale, bene o male che gli vogliate, tutta questa pantomima la contrasta e ridicolizza. Ma il senso profondo di tutto questo pochi lo sanno.

Basterebbe l’eresia di un presidente anti-Cupola, degna dei catari contro il papa, perché i signori del Nuovo Ordine Mondiale digital-pandemico, ricorrendo a personaggetti come Greta Thunberg, o a personaggioni come Bergoglio, o ad altri chicchirichì del pollaio, lo sostituiscano come “male assoluto” addirittura a Russia, Cina, Iran. E, nella congiuntura, alla maledetta idrossoclorochina ammazza-virus e vaccino. Servono a creare l’aria giusta perché questo outsider del cazzo faccia la fine proprio dei catari. Cosa che a lungo hanno tentato con l’altro grande ingannp del secolo, il Russiagate. Una pandemia del falso finita, insieme al suo amanuense, il procuratore Mueller, sepolta dal ridicolo, a dispetto dei patetici tentativi di Hillary Clinton di farla rispuntare ora, in forma di foruncolo rosso sulle terga di Trump..

Partita e giocatori

Vedremo di esporre brevemente, nelle elezioni presidenziali statunitensi, chi e cosa sono in gioco, sul piano interno e su quello geopolitico.

Si tratta dello scontro tra quello che da Reagan fino a Obama, c’è stato e quanto Donald Trump, barcamenandosi tra connivenze e confliggenze con quel retaggio irriducibile e ricattatorio, ha provato a cambiare. Il primo si esprime nel noto Deep State, governo parallelo storico (sul campo guidato da Intelligence, Pentagono, Wall Street e sionmassoneria), come si è andato perpetuando nell’alternanza tra Repubblicani e Democratici, fin dallo sbarco dei padri puritani. Passiamo dal genocidio degli autoctoni, attraverso una guerra in media all’anno fuori casa, ininterrotti colpi di Stato e destabilizzazioni colorate, fino al bombardamento nucleare e alle incessanti guerre, dalla  Corea del Sud a oggi. E’ lo schieramento cui fanno riferimento e devono obbedienza la maggioranza dei politici e media italiani e intellettuali, artisti, scienziati e medici di seconda e terza fila del mondo. Pensate a Burioni, o a Fedez. In America, invece, si tratta di primattori quali le star di Hollywood, Michael Moore, New York Times, Washington Post, CNN, NBC, CBS e altri che, da Nixon e, successivamente, dalle guerre all’Iraq in poi, si sono fatti standard aurei propagandistici delle guerre dei super-ricchi.

Il retaggio di Bush-Obama e il bilancio di Trump


Gradimento lavoratori, disoccupazione, occupazione, deficit, PIL

Trump si è posto come vindice degli interessi dei lavoratori della Rustbelt. del ceto medio massacrato dalle crisi sotto Barack Obama, e ostacolando, a tratti e più a parole che nei fatti, ma in maniera sufficiente a farsi detestare, il complesso militar-industrial-securitario, ha riportato in patria produzione e lavoro che i predecessori avevano delocalizzato all’estero. Rompendo con il continuismo dei precedenti trent’anni, è risultato la variabile impazzita del sistema. Moderatamente alternativo, ma già solo per questo, giudicato peggio di Nerone. Del resto, cosa ci si poteva aspettare di meglio da un’America militarizzata e deculturizzata, come l’hanno ridotta le marionette dei Poteri Forti, da Johnson in poi?

Bush Jr e Obama hanno lasciato all’economia USA l’onere di 6,4 trilioni in spese di guerra, più 1 trilione di costi per i veterani nei prossimi decenni. Le loro guerre, sette maggiori e molte striscianti, hanno affiancato la depopolazione programmata da Bill Gates e soci con 5 milioni di morti accertati, più altri due da calcoli approssimativi e molti altri ancora, mai tenuti in conto, da sanzioni a decine di nazioni. Senza neanche parlare dei crimini di un Obama che ha firmato ogni settimana la lista CIA degli assassinandi senza processo, negli USA e nel mondo, della Guantanamo mantenuta, o della vergogna di imporre il segreto su un rapporto di 6000 pagine, della Commissione Intelligence del Senato, che elencava la spaventosa pratica della tortura di cui si è macchiata la CIA. Oppure, pensando agli indignati per il muro col Messico, già in piedi prima di Trump (ci sono stato e l’ho filmato), che costui è stato il presidente che ha espulso più immigrati di ogni altro:1, 5 milioni.


 

Chi le guerre le fa, chi le subisce

Trump ha ereditato le guerre di Obama, non aggiungendone altre e riducendone l’impegno, insieme alle centinaia di migliaia di mercenari terroristi, jihadisti e non, dai due predecessori, a partire dell’11 settembre, addestrati, pagati e impiegati in vari scenari bellici. Le rivoluzioni colorate sotto l’amministrazione Trump sono state promosse per iniziativa di elementi, non a lui omologhi, come i neocon bushiani Pompeo, Bolton, Negroponte, e strutture collaudate nei precedenti decenni, come la NED, l’Atlantic Council, la CIA, varie ONG. Ha seguito troppe spesso le indicazioni di questi ambienti, rimediando con limitati ritiri di truppe e sanzioni, ma resistendo ostinatamente alle enormi pressioni del Deep State e di Israele perché attaccasse l’Iran.

Globalisti e multilateralisti


“Nazionalista” e sostenitore del principio multilateralista e, dunque, delle sovranità nazionali, si è dichiarato antiglobalista fino all’autarchia. Geopoliticamente, ciò ha significato un continuo tentativo di ridurre le tensioni con la Russia, storicamente alimentate dal complesso militar-industriale, e mantenere un dialogo civile con Vladimir Putin. “Dittatore russo, avvelenatore di avversari, uccisore di giornalisti”, solo perchè insopportabile per i Democratici, in quanto promotore e mediatore di pace e del diritto internazionale. “Il manifesto” è lo specchietto dal quale ci viene riflesso il Putin perennemente diabolizzato dai neocon, L’accanimento anticinese, eminentemente sul piano commerciale, potrebbe sembrare in antitesi con l’atteggiamento collaborativo verso la Russia, ma ha una sua spiegazione di sistema nella spaccatura tra le visioni del mondo proprie rispettivamente di Trump e dei nemici globalisti nel governo parallelo.

 La pietra d’inciampo del Nuovo Ordine Mondiale



Come questo aspetto della politica delle potenze e dei rispettivi alleati e propagandisti, si rifletta nello scontro in atto negli Stati Uniti non viene lontanamente percepito, e tantomeno illustrato, dai nostri gallonati analisti che deambulano pomposi per pagine e schermi. Potrebbero, dovrebbero, capirlo e dirlo se, anziché occultare la vicenda più clamorosa venuta alla luce nel corso di queste ultime giornate di campagna elettorale, obbedissero alla deontologia che gli imporrebbe di passare i fatti, tutti, al pubblico..

Quanto in Italia ed Europa le forze del “progresso”  e dell’”innovazione”, delle minoranze migranti, o di genere, macho-femministe, globaliste, pseudo-ecologiste, covidiste, atlantosioniste ed europeiste (zanzara-cocchiera a “sinistra” “il manifesto”) hanno lanciato contro i, neanche malamente, definiti sovranisti, populisti, nazionalisti, nel caso del presidente dallo shampoo all’arancia ha raggiunto il parossismo. Quando poi si è curato con farmaci, efficaci a dispetto dell’OMS, di Bill Gates e del Ricciardi washingtoniano, Anthony Fauci, e ha dimostrato che dall’influenza detta Covid-19 si guarisce rapidamente come da qualsiasi influenza e ha detto ai cittadini, da terrorizzare col virus, di non aver paura e che i numeri dei virologi sono una barzelletta e che gli ospedali dai “contagiati”, sani o meno, ci guadagnano…… si sono aperte le porte dell’inferno.

Squadristi “antirazzisti”, fascisti “antifascisti”



Per minare i successi economici e la riduzione della disoccupazione dell’Amministrazione, i Democratici hanno scatenato, insieme al Covid-19, il caos in tutti gli Stati in cui lo hanno favorito i governatori di quel partito. Dopo lo tsunami di preparazione, infine sfiatato, del #Me Too, teso a obamizzare le donne contro tutti gli uomini, sono arrivati i fascisti di “Antifa” e gli pesudo-antirazzisti di “Black Lives Matter” che, su commissione e con dimostrato finanziamento di varie fondazioni del Deep State, Rockefeller, Ford, Soros, hanno devastato, incendiato, saccheggiato, picchiato in città come Seattle, Portland, Minnesota e Philadelphia. Si sono uniti ai promotori della pandemia per rappresentare all’elettore una nazione che Trump avrebbe reso preda e vittima di sfascio e decadenza.

Quando i mandanti del grande casino si sono resi conto che la gente incominciava a stufarsi del fatto che ad alcuni abusi e omicidi della polizia seguivano la distruzione della convivenza civile, tanto far calare i sondaggi, veri o falsi, favorevoli a Biden, hanno attenuato la guerriglia. Oltre tutto i nefasti della polizia USA, celebrata da noi da infinite serie tv rompiminchia, erano altrettanti sotto altri presidenti e Obama aveva addirittura proceduto a militarizzarla, fornendo mezzi militari, quali carri armati, aerei, droni, cannoni e quant’altro.

Per far prevalere su trombe e tamburi dei media e donazioni dei miliardari a promozione di Joe Biden, avrebbe dovuto bastare la sua precoce demenza senile che, a parte infinite puttanate e perdite del filo, gli ha fatto dire che correva per il Senato, anziché per la Casa Bianca, che presidente sarebbe diventata  Kamala Harris (e qui non si sbagliava) e che 200milioni di americani sarebbero morti di virus entro la fine di un suo discorso. Ma c’è voluto dell’altro, del più esplosivo, a far precipitare le chances del vecchietto scemo (pertaltro finito nel contrapasso dell’accusa di molestie a femmine), peroratore di ogni guerra di Obama. La rivelazione che quella famiglia, Joe e figli, poteva ben concorrere al titolo di “famiglia più corrotta d’America”.

 Le predilezioni dei Biden

“La più corrotta famiglia d’America”



I media di corte erano riusciti a quasi far dimenticare la provata porcata della Coppia Joe e Hunter Biden in Ucraina, a cui il papà aveva minacciato di negare 1,5 miliardi di aiuti, se il presidente non avesse rimosso il procuratore che stava processando, per una montagna di reati e tangenti, la Burisma Holding, colosso del gas, e lo stesso Hunter, assunto, da perfetto incompetente, a 50.000 dollari. Era solo l’apericena. La bomba è un hard disk del computer di Hunter, che il figliolo del politico più ammanigliato col grande business USA aveva dimenticato da mesi presso un riparatore. L’hard disk era finito nelle mani del FBI, ma, di fronte all’inattività di questo, il tecnico l’aveva legittimamente consegnato a Rudolph Giuliani, avvocato di Trump. Che ne ha fatto pubblicare il contenuto sul più antico e diffuso quotidiano statunitense: il New York Post. Contenuto confermato dal socio in affari di Hunter, Devon Archer e molti altri.

Da quel momento, come presidente degli USA, Joe Bidèn è diventato una foglia morta. Anche se vince a forza dell’incredibile imbroglio dei voti postali fomentati dai Democratici, che, nei loro innumerevoli passaggi, sono ultramanipolabili, fino a poter arrivare all’urna 9 giorni dopo la data delle elezioni, il ricatto penderà su di lui peggio di quanto Trump fosse condizionato dalla fandonia del Russiagate.

La Cina preferisce i Democratici, i Democratici preferiscono la Cina



Quel disco non conferma solo quanto dell’affaraccio di Kiev già si sapeva, ma anche un’infinita altra serie di affari torbidi, ben più illeciti e costituzionalmente abietti. Eminentemente con la Cina e soprattutto, a partire da quando il vicepresidente di Obama poteva tutto, investimenti con oligarchi cinesi vicini al governo e intimamente legati ai servizi segreti di Pechino. Evidentemente con la conoscenza e approvazione delle massime autorità. Un Cinagate all’ennesima potenza, stavolta provato dagli stessi documenti e chat dei protagonisti. Investimenti e operazioni per miliardi, in particolare con il titolare del gigante dell’energia cinese CEFC, Ye Janming, che ai Biden tutto concedeva pur di essere presentato al padre vicepresidente, per assicurarsi vasti campi d’azione negli USA.

Tutto e molto altro dimostrato da mail scambiate tra le due parti e incise nel disco. E per dare un tocco di integrità morale al tutto, anche immagini, elettoralmente accattivanti per papà, di Hunter nudo che fuma crack e fa sesso. Avete notato qualche presstitute che abbia riferito la non irrilevante vicenda al mondo, salvo i social e il New York Post? No, neanche avete avuto sentore che Twitter ha censurato la storia e ha bloccato l’account del NYP fino a quando non è stato costretto da un tribunale a retrocedere. E noi ci stupiamo quando.questi piattaformisti bannano un nostro articoletto! Alla luce di quanto sopra, dovremmo anche immaginare perché Trump ce l’abbia con la Cina, tanto vicina al Deep State nella sua concezione degli affari globali del mondo e della sorveglianza totalitaria sui propri cittadini compresa negli schemi del mondialismo . Come anche del tutor dell’operazione Coronavirus, OMS, cioè di Bill Gates, Microsoft e vaccini, a fini del Nuovo Ordine Mondiale, per i quali sempre sia lodata la Cina per come ha gestito il suo virus.

Vince Trump? Non esiste!


Donne per la democrazia

E’ difficile dire se questi fatti faranno desistere signore democratiche come Hillary Clinton o Nancy Pelosi, presidente della Camera, dall’invocare il colpo di Stato se Trump vincesse. La prima, perenne idolo di tutti i commentatori del “manifesto” per i suoi trascorsi honduregni, libici, siriani e l’esultanza per il linciaggio di Gheddafi. “In nessun caso”, ha minacciato la prima, “va riconosciuta una vittoria di Trump”. “Qualsiasi sia il conteggio la sera del voto”, ha promesso la seconda, “Biden non dovrà concederela  vittoria”. Sono donne. Sono democratiche e Democratiche. Sono di quel genere “che salverà il mondo”, con sorelle come Susan Rice, Samantha Power, Victoria Nuland, Madeleine Albright, Condoleezza Rice… Tutte che, per salvarlo, il mondo, prima si sono date da fare per distruggerlo.

Torniamo allo scontro geopolitico e ai suoi vessilliferi. Abbiamo visto i Democratici non rinunciare a scalmanarsi in tutti i modi contro la Russia. Trump e la sua amministrazione, per converso non gli attacchi a una Cina espansionista e diffusora di virus. Forse c’è da dedurne che le forze, neanche più tanto oscure, del Deep State americano e internazionale condividono con la Cina l’obiettivo globale di un nuovo mondo digitale-farmacologico, che gli USA devono perseguire a forza di brutalità e violenza imperialiste. Tipo, prima globalizziamo il mondo, poi ce la vediamo tra noi. Mentre la Cina lo farebbe correre sui binari della pace e delle infrastrutture. Un mondo in cui entrambi poli condividono la totale digitalizzazione dell’umanità, perseguita a forza di controlli e sorveglianza. Ottenibili in Occidente con l’Agenda ID202, dei miliardari di Davos, e come in corso di realizzazione in Cina tramite il bio-tecno totalitarismo dei dispositivi legati al corpo. Complemento a quei crediti sociali, che rendono meritevoli o immeritevoli di posizione, reddito, viaggi ed altro.

Un mondo distopico che prevede il rovesciamento totale dell’esistente. E per quanto la prospettiva cinese preveda una globalizzazione nel segno della cooperazione e dell’egemonia in termini di pace, l’idea che questa venga realizzata a costo delle libertà individuali e di una meritocrazia determinata dai logaritmi di regime, non ce la rende simpatica. Vediamo se, come già intravvisto nelle turbolenze delle marce delle donne, seguite alla vittoria di Trump nel 2016 e come anticipato, in questa campagna elettorale, dall’imperversare negli Stati dell’Unione di manipolatori covidiani e bande di squadristi, dopo il 3 novembre si avvererà il vaticinio di Hillary e Nancy: colpo di Stato, o guerra civile, l’uno dopo l’altra. Forse l’esito, di sicuro apocalittico, dipenderà dal noto complesso militar-industriale In ogni caso sarà un passo verso l'implosione dell’Impero.

fonte https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/11/le-opzioni-di-hillary-e-nancy-guerra.html

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